Gigi e Pino Daniele, Il Mattino

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ALEECHè
view post Posted on 20/6/2008, 19:54




DALL’INVIATO Federico Vacalebre Roma. «Alla fine sono contento. Anche se è uno scandalo che Napoli sia l’unica città d’Italia dove lo stadio non viene concesso per la musica, nemmeno una sola curva. Non ho scelto io di tornare in piazza del Plebiscito proprio ora che ho ritrovato i musicisti di quella notte indimenticabile, ma mi sembra una bella cosa, anche perché quella sera riunirò sul palco le voci e le anime della mia città». Pino Daniele non è diventato improvvisamente diplomatico, anzi, è pronto a sparare a zero contro chi gli ha vietato il San Paolo. Ma ha una sorpresa nel cilindro e, ora che finalmente sa da dove partirà il «Vai mo’ tour 2008», la mette sul tavolo: «Avevo detto fin dal primo momento che la festa per i miei primi trent’anni e passa di carriera sarebbe stata speciale, che dopo aver ritrovato i musicisti dei miei primi gruppi avrei invitato ospiti d’onore. Ebbene posso dirvi i primi due nomi confermati: Gigi D’Alessio e Nino D’Angelo». Una notizia bomba, col divo postmelodico i rapporti non erano mai stati buoni: «Non ci conoscevamo, qualcuno aveva inventato maldicenze per dividerci, ci siamo incontrati, annusati, rispettati. L’ho invitato, ha subito accettato, ed io ricambierò la cortesia nel suo show autunnale per Raiuno. In un momento di crisi d’immagine, e non solo, di Napoli alcuni dei suoi artisti più amati saliranno insieme sul palco, per dare voce ad un messaggio di speranza. Le differenze restano, ma non sono e non devono essere barriere. Con Gigi canteremo due pezzi, anche con Nino, che invece conosco e stimo da tempo: per lui pensavo a ”Donna Cuncetta” e ”Serenata a fronna ’e limone”. Ma aspettiamo di provare». Per qualcuno la notizia è uno shock, sui siti dell’arcipelago danieliano dei fans c’è maretta, su www.schizzichea.it le voci sono indignate, c’è chi propone di farsi rimborsare i biglietti in massa, chi invece propone di tenerseli lasciando vuoti i posti, a marcare la protesta. «Mi sembra una forma di razzismo culturale», risponde D’Alessio: «Con Daniele non ci eravamo mai parlati, pur condividendo persino la casa discografica. Gli uomini Pino e Gigi hanno imparato a rispettarsi, al di là delle differenze di genere o di idee. Mettere insieme le voci della città, dire che Napoli non è una carta sporca e che la nottata deve passare presto è un bel messaggio, a me fa piacere esserci, soprattutto al fianco di un musicista del calibro del nero a metà. Forse qualcuno non si è accorto che Berlusconi e Veltroni prima di litigare si confrontano, che hanno imparato a dividersi senza sbranarsi. Se il premier e Bassolino lavorano insieme per portare la Campania fuori dalla crisi dei rifiuti, perché noi due, con D’Angelo e quanti altri arriveranno, non dobbiamo unirci per contribuire a rilanciare l’immagine della nostra città?». La presenza di D’Angelo fa meno scalpore, non accende polemiche, «ma qualche anno fa forse anche io sarei stato accolto male», riflette l’ex scugnizzo in jeans e maglietta: «Comunque, se Pino chiama io rispondo, lui è ’o masto, ha scritto cose troppo belle, non sempre l’unione fa la forza, ma questa volta sarà così». E l’unione non prevede solo Pino, Gigi e Nino, più il dream team di «Vai mo’» (Tullio De Piscopo, Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo e Joe Amoruso), la band di «Nero a metà» (Agostino Marangolo, Ernesto Vitolo e Gigi De Rienzo) e i musicisti dei dischi più recenti del mascalzone latino (Alfredo Golino, Gianluca Podio, Fabio Massimo Colasanti tra gli altri). Per due pezzi ci sarà anche Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, che la sua devozione per l’uomo in blues l’ha già confessata in diretta da Fiorello a «Viva Radio2». Ci sarà Chiara Civello, voce emergente del jazz italiano, che si è già fatta notare in «L’ironia di sempre», uno dei quattro inediti di «Ricomincio da 30». Ci sarà Giorgia («E come posso mancare?»). E inviti partiranno presto «per altri cantanti napoletani e non»: dovrebbe essere della partita Edoardo Bennato, al lazzaro felice farebbe piacere avere al suo fianco anche Raiz, Meg, Enzo Gragnaniello, Massimo Ranieri, che però quella sera ha già un impegno. «Per troppi anni il Sud è stato vittima della piovra rappresentata da camorra, ’ndrangheta e mafia. Io non sono un politico, ma nemmeno uno showman, sono un chitarrista che canta con passione civile», riflette Pino, «e mi sento un po’ il rappresentante dei napoletani che vivono fuori, la mia generazione ha combattuto contro gli stereotipi sulla napoletanità: penso a Troisi, a cui il mio disco e il mio tour sono dedicati, a cui andrà l’applauso di una piazza bellissima. Mi fa piacere tornarci, peccato solo che sia a pagamento. Non volevamo chiedere al Comune o alla Regione, in un momento di crisi come questo, soldi per il concerto, per questo avevamo scelto il San Paolo: questi eventi costano. Poi Aurelio De Laurentiis ha deciso che lo stadio non è adatto a me, i miei musicisti, il mio pubblico. Lui porta un cognome importante, ma non porta Napoli nel cuore, altrimenti avrebbe capito che non si trattava di un ”normale” show e che nessuno avrebbe rovinato il suo stadio, che era e rimane il ”nostro” stadio, anche se non possiamo suonarci». Ieri sera, intanto, primi sopralluoghi in piazza del Plebiscito per lavorare all’allestimento. La chiusura della piazza è il problema maggiore, oltre ai 25.000 biglietti già venduti per tre ordini di posti: «Non so se riusciremo a mantenerli, altrimenti chi ha comprato i biglietti numerati potrà farseli rimborsare del tutto o in parte», dice il manager Ferdinando Salzano, «ringraziamo il Comune che in extremis ha salvato il concerto. E ora lavoriamo perché la festa sia più grande e più bella possibile».
 
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